La pandemia pare aver allentato la morsa sulla società e l’economia, ma gli strascichi che ha lasciato sono pesanti, tra cui un disallineamento tra domanda e offerta del lavoro in Italia, in particolare in Calabria, dove già si registrava una situazione problematica. A dirlo è la Fisascat Cisl Calabria, sigla che raccoglie i lavoratori del terziario, del commercio e del turismo, organismo che conosce bene la situazione e le dinamiche fondamentali dell’economia.
Secondo il segretario generale Fisascat Cisl Calabria Lo Papa, “le cause primarie sono i salari troppo bassi e la facilità, se non l’abuso, con cui si ricorre a contratti precari e non stabili o di tipo tradizionale”. A sostegno di questa tesi ci sono i numeri del rapporto FragilItalia elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos ed estratti da un lavoro di interviste e raccolta dati. Il 65% degli intervistati considera il proprio stipendio inadeguato. A confermare le difficoltà di incrocio tra offerta e domanda è lo Svimez, che denuncia come la povertà aumenti anche tra gli occupati e che in Calabria la percentuale è doppia rispetto al centro-nord.
Una situazione devastante e paradossale, dunque. “Ora che le aziende si stanno rimettendo in piedi, bisogna puntare al futuro con consapevolezza e prospettiva. Strategica è la formazione, volta a creare lavoratori competenti e qualità nell’azienda. Ma è anche il momento di investire sui giovani, creare economia e circoli virtuosi. Un altro elemento di contrasto è il ricorso alla bilateralità in grado di contribuire alla creazione e al consolidamento dell’occupazione secondo criteri di professionalità e qualità, regolarità nei rapporti di lavoro, partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori”. Per Lo Papa occorre riallineare domanda e offerta usando ma impegno e lungimiranza. Fisascat Cisl farà la sua parte in questo processo, certa che ci siano le condizioni per fare ripartire il motore economico del Paese.
Fonte: Corriere dell’economia